tesina di storia "La disfatta di Caporetto" e "Addio alle armi" di E.Hemingway

La disfatta di Caporetto

Data: 24 ottobre-19 novembre 1917
Luogo: Valle del fiume Isonzo, pressi di Caporetto, oggi Slovenia.
Esito: Vittoria decisiva per gli Imperi Centrali
Schieramenti
Regno d'Italia | Imperi Centrali
Comandanti
Luigi Cadorna | Otto von Below
Effettivi
41 divisioni | 35 divisioni

La battaglia

La più grande disfatta dell’esercito italiano si verifica il 24 ottobre 1917 presso la
località slovena di Caporetto ad opera degli austriaci e tedeschi. Il Comandante in
capo dell’esercito italiano Luigi Cadorna

aveva come strategia l’intervento di trincea
mentre Luigi Capello,

comandante della seconda armata, era convinto che un attacco con un'energica controffensiva fosse la cosa più indicata. Capello aveva ragione, ma quando i due generali si incontrarono alla vigilia dello sfondamento, ogni cambiamento era ormai impossibile. Il 20 ottobre 1917 si presenta alle linee italiane un ufficiale cecoslovacco disertore.Toglie di tasca il piano completo e particolareggiato dell'imminente attacco austrotedesco. Dal piano risultava che l'attacco sarebbe stato preceduto da un tiro di quattro ore con granate a gas contro le posizioni di artiglieria. Si apprese poi, da una intercettazione telefonica, che l'inizio dell'offensiva era fissato per le 2 del mattino del 24 ottobre. Ed infatti secondo i piani consegnati dall'ufficiale cecoslovacco, alle 2 precise del 24 ottobre cominciò il bombardamento austro-tedesco. Le prime due divisioni dell’esercito italiano ad essere travolte sono la diciannovesima e la cinquantunesima.Lungo questa breccia che si è aperta nel fronte italiano, le truppe austriache e tedesche alle 3 del pomeriggio entrano a Caporetto. Altre due divisioni dell’esercito italiano, rischiano di essere accerchiate. I rispettivi comandanti ordinano la ritirata. Il fronte italiano è caduto e l’esercito austro-tedesco la mattina seguente inizia la sua marcia che lo porterà ad avanzare nel territorio italiano per oltre 150 km. Da questo momento tutte le divisioni dell’esercito italiano in Friuli ripiegano. La prima ritirata è
fissata lungo il fiume Tagliamento, ma non c’è il tempo per organizzare una benché minima difesa a causa della continua avanzata dell’esercito
austro-tedesco. Nel frattempo ad altre divisioni dell’esercito, per impedire loro di rimanere isolate od accerchiate viene dato l’ordine di ritirata. Il 4 novembre 1917 Cadorna impartisce forse l’ordine più drammatico dato da un comandante dell’esercito italiano: la ritirata dell’esercito lungo il Piave, considerata l’ultima barriera da difendere ad ogni costo pena la perdita dell’intera pianura veneta. In meno di una settimana le truppe austrotedesche varcano il Tagliamento; occupano Gorizia, Udine, Cividale del Friuli, San Daniele del Friuli, Codroipo.


La Pagina peggiore di Caporetto non fu il successo delle truppe austro-ungariche e
tedesche, ma quello che seguì: il caos sulle strade, l'assenza di coordinamento e di
collegamento.Non sarebbe andata così se i comandanti fossero stati capaci di organizzare la circolazione stradale, il traffico delle notizie e i rifornimenti L’eco della sconfitta in Italia fu enorme: il 9 novembre Luigi Cadorna viene esonerato dal comando supremo dell’esercito ed al suo posto viene nominato il Generale Armando Diaz.




Armando Diaz (1861-1928)

Le conseguenze


La disfatta di Caporetto ci costò circa 12.000 morti, 30.000 feriti e 265.000 prigionieri, nonche’ un clima di caos, distruzioni, razzie e violenze gratuite (drammaticamente descritte da Ernest Hemingway in “Addio alle Armi”) che seguirono al dilagare del nemico, ora realmente “invasore”, in tutta la pianura veneta.

“Addio alle armi”



Riassunto di “Addio alle armi”

Frederic Henry è un giovane volontario americano che si arruola nella Croce Rossa italiana. Mentre presta servizio a Gorizia il suo amico Rinaldi gli presenta l’infermiera Catherine Barkley con la quale nasce subito una bella intesa. Durante un bombardamento Frederic è ferito gravemente ad una gamba e di conseguenza è mandato in un ospedale di Milano. Lì è assistito dalla Barkley con la quale vivrà un periodo molto felice. Finita la convalescenza, Catherine si accorge di essere incinta, ma per Frederic è giunto il momento di tornare a Gorizia. Dopo pochi giorni dal suo arrivo viene dato l’ordine di ritirarsi a seguito dello sfondamento del 27° Corpo d’Armata a Caporetto da parte degli Austriaci. La ritirata è lenta e difficoltosa e ad un certo punto Frederic e altri tre uomini, Bonello, Piani e Ajmo cercano una scorciatoia per poter raggiungere in fretta Udine, ma la loro ambulanza si impantana e così devono proseguire a piedi. Durante il tragitto vengono a trovarsi tra l’ esercito italiano e quello austriaco-tedesco. Ajmo viene ucciso da italiani impauriti. Bonello si consegna prigioniero e Frederic e Piani si trovano di fronte alla polizia militare che stava fucilando tutti gli ufficiali. Frederic è costretto a scappare gettandosi nel fiume, dove per poco non annega, e successivamente si nasconde in un treno che lo porta a Milano. Arrivato a Milano si reca all’ospedale dove era stato ricoverato e lì gli viene detto che Catherine si trova a Stresa. Appena ritrova Catherine, Frederic è costretto a scappare per evitare di essere arrestato. Così, i due scappano con una barca in Svizzera e si rifugiano in una piccola pensione a Montrux, dove restano per tutto l’ inverno. Quando giunge l’ora del parto, Catherine e Frederic si recano in ospedale. Per la Barkley il parto è molto difficile, ma riesce a partorire un bambino già morto a causa di uno strozzamento. Nella notte Catherine viene colpita da una forte emorragia e poco dopo muore anche lei. Per Frederic non resta altro da fare che tornare in albergo.




Considerazioni personali su “ Addio alle armi”

Anche se Frederic, in un primo momento si era arruolato volontario nell’ esercito, ad un certo punto capirà la stupidità della guerra.


Molto belle e significative sono le parole di Frederic (l’alter-ego di Hemingway nel romanzo) riportate a pag. 229 quando mentre sta scappando dice “ avevo il giornale ma non lo leggevo perché non volevo leggere cose sulla guerra. Stavo andando a dimenticare la guerra. Avevo fatto una pace separata”. Una volta fuggito dalla ritirata di Caporetto, Frederic non volle più parlare della guerra neanche con la sua amata Catherine.


Molto belle anche le parole che Frederic dirà mentre si nasconde nel treno: “Mi chiesi che fine avesse fatto il cappellano della mensa. Rinaldi. Probabilmente era a Pordenone,[…],non l’ avrei mai più visto ormai. Non avrei più visto nessuno di loro ormai. Quella vita era finita” (pag. 219).


La disperazione di Frederic dinanzi al susseguirsi di tragici avvenimenti lo spingeranno a dire: “ Questo si faceva. Si moriva. Non si sapeva di cosa si trattasse. Non si aveva mai il tempo di imparare. Si veniva gettati dentro e si sentivano le regole e la prima volta che vi acchiappavano in fallo vi uccidevano. Oppure vi uccidevano gratuitamente come Ajmo. O vi davano la sifilide come a Rinaldi. Ma alla fine vi uccidevano. Ci si poteva contare. Girateci intorno e vi uccidono ”.


Una frase in cui si nota l’ironia di Hemingway è sicuramente quella di pag. 41: “L’ esercito austriaco era stato creato per regalare vittorie a Napoleone; a qualunque Napoleone. Avrei voluto che avessimo un Napoleone, ma invece avevamo Il Generale Cadorna, grasso e prosperoso, e Vittorio Emanuele, l’ ometto dal lungo collo sottile”.

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